sabato 31 luglio 2010

Un dubbio nell'estate


Renzi, sindaco di Firenze, incontra la ministra Gelmini e si fa tagliare solo una parte del tempo pieno. Furbo!

E chi non ce l'ha il sindaco furbo?
A pensarci, però, un sindaco, se è sindaco, anche se non è furbissimo, furbo è, o si sente. Guardate a Volterra! Allora quanto deve essere lunga la coda all'uscio della Gelmini per chiedere il taglio ridotto?
Mah.

lunedì 26 luglio 2010

Il parere dell'ingegnere


Uno dei primi, fra i più autorevoli, che ha reso noto il vespaio interno alla lista, ha scritto ancora. Ha ricordato di aver trovato coraggiosa la scelta fatta a suo tempo di non ragionare più di Museo Guarnacci, di chiudere la questione Cappuccini. Temi troppo difficili, coraggio! Non ci sono i soldi! Coraggio! Che mministratori abbiamo! Risuona il grido di Piero Fiumi "teniamoci quello che abbiamo!"! Coraggio!
E poi, dopo queste coraggiosissime scelte, passato un po' di tempo, lui non si è più trovato d'accordo. Si vede che erano finiti i progetti cui rinunaciare.
E conclude con un parere tecnico, che del resto richiamava nel titolo del suo intervento, e cioè -attenti che rischiamo di trovarci "con il culo per terra"-.
Prosit!

domenica 25 luglio 2010

Panorama e la legge bavaglio

Il vergnoso, cosiddetto scoop di Panorama con cui la rivista ha "smascherato" una vita notturna, con attività sessuali, di preti è stato realizzato con l'uso di un agente provocatore, l'ingredienta base delle polizie segrete dei regimi dittatoriali. Panorama, inoltre, ha dimostrato che con le registrazioni non autorizzate si possono realizzare, ammesso che si abbia il giusto padrone, azioni veramente vergognose.
Credo che si debba essere veramente indignati della maniera obliqua e indecente con cui si è voluto portare un sostegno indiretto alla legge bavaglio.

sabato 24 luglio 2010

La legge resta inaccettabile

Grazie alla nostra opposizione ci sono stati importanti passi in avanti sul piano della libertà di stampa, ma la tanto declamata tutela della legalità è ancora molto lontana: il depotenziamento degli strumenti di investigazione rende il nostro giudizio sul provvedimento ancora molto critico.
La battaglia del Partito Democratico continuerà in aula dove non si esclude il ricorso al voto segreto su quelle parti che compromettono la lotta alla criminalità, come l'immotivata abrogazione della legge Falcone.
Le legge rischia di essere uno strumento di protezione del crimine invece che della privacy dei cittadini.

Ma è un orso o un volpino ?

Esce la Spalletta e il pensiero di Orsi diventa chiaro. Sta tutto nel titolo che suona così: "CACCIATO DALLA FESTA, 6 puntini, virgolette DEMOCRATICA, chiuse virgolette. Un giudizio sulla festa, un giudizio sul Partito, un giudizio anche su Rosa Dello Sbarba, che avrebbe perso, dice lui, un'occasione.
Questo quanto alla sostanza del messaggio. Il testo prosegue sostenendo che un tale, F.M., militante di Rifodanzione Comunista, lo ha intimidito e che per questo egli, Orsi, non ha parlato. Un tale che, sembra palese perfino a lui, non ha niente a che fare con il Partito Democratico.
Noi obiettiamo che se avesse voluto veramente parlare poteva benissimo rivogersi agli organizzatori della festa invece di andarsene alla chetichella. Il suo diritto sarebbe stato garantito, sicuramente e senza tante scene e questo lui lo sa benissimo.
E allora?
Ottiene (o crede di ottenere) tre cose:
1 - classificare democratica, fra virgolette la festa, con il fine di sminuirne il successo indiscusso. Alla lista civica c'è chi si picca di essere maestro di comunicazione
2 - non parlare come aveva promesso, perchè il coraggio uno ce l'ha o non ce l'ha ma se non ce l'ha non se lo può dare, In quel momento forse gli è un po' mancato
3 - fare la vittima e il maltrattato. Si sa bene che quando la gente incontra un grizzly prende il fucile, ma se vede un orsetto di peluche è sempre pronta ad accarezzarlo.
Comunque la questione dell'Azienda di Santa Chiara mica dipende da queste zampatine. Il problema merita per altra attenzione e serietà, come si capiva benissimo anche da quanto è stato detto quella sera.

venerdì 23 luglio 2010

Una vittoria della ragione e della civiltà

La legge tioscana sull'immigrazione prevede cure e assitenza gratuita a tutti, compresi i cittadini stranieri, anche clandestini. Il governo non era d'accordo. L'idea di curare e soccorrere e aiutare tutti,stranieri compresi, sembra sovversiva e contro di essa è stato fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
Ieri la Corte si è pronunciata contro la posizione del governo, riconoscendo la piena legittimità della legge.
Da segnalare il fatto che la Lega Nord la definisce "razzista". E' una conferma che in quella norma c'è veramente del buono.

mercoledì 21 luglio 2010

UNA COSI' NON SI ERA ANCORA SENTITA


Dice Orsi, presidente dell'Azienda di Santa Chiara, che un militante di Rifondazione lo ha cacciato dalla fetsa di San Giusto e lui se la prende con il Patito Democratico.

Leggete il Tirreno
GIOVEDÌ, 22 LUGLIO 2010

Pagina 7 - Pontedera

Lettera del presidente del S. Chiara alla capogruppo di opposizione

Io invitato a lasciare il dibattito alla festa Pd Ecco la democrazia



EMANUELE ORSI PRESIDENTE DELL’AZIENDA SANTA CHIARA

Cara Rosa (Dello Sbarba) voglio esprimere il mio apprezzamento al tuo intervento di venerdì scorso, alla festa del PD, in particolare sulla digressione che riguardava la strategia di delegittimazione politica attraverso gli attacchi personali, di cui sei stata oggetto. Capisco i tuoi sentimenti. Anche io, nel mio piccolo, ho subito questo trattamento. Non avevo mai risposto sperando che questi attacchi si assopissero col tempo, e che, attraverso il dialogo si potesse arrivare a conoscermi meglio e a giudicare le mie scelte come amministratore pubblico in maniera un po’ più oggettiva e non mossa solo da sentimenti speculativi. L’altra sera volevo intervenire in qualità di presidente dell’Azienda Santa Chiara, per esporre il mio punto di vista e condividerlo con altre persone, dal momento che l’Azienda è un bene pubblico della città e di tutta la Val di Cecina., e, come tale, deve rappresentare un punto fermo per tutti, indipendentemente dalle maggioranze in consiglio comunale. Purtroppo però, mentre seguivo il tuo intervento, un militante di Rifondazione comunista mi ha invitato ad andarmene, in quanto la mia presenza gli faceva schifo e lo disturbava “a livello neuro- vegetativo”. A proposito di democrazia....
Sono stato educato nel profondo rispetto delle idee altrui, anche se diverse dalle mie; “battiti affinchè tu possa sempre esprimere le tue idee”, mi hanno ripetuto i miei sino alla noia. Nella situazione specifica ho ritenuto non fosse opportuno intervenire. Peccato! Era un’ ottima occasione per riflettere sui destini futuri del Santa Chiara con la popolazione. Nonostante l’episodio vorrei poter esprimere il mio pensiero e proporre un incontro tematico sul ruolo dell’Azienda Santa Chiara, invitando i miei predecessori. Penso che l’orizzonte temporale che bisogna guardare sia quello di medio-lungo periodo. Mi scuso se la mia presenza ha intaccato il fragile equilibrio di qualcuno.

martedì 20 luglio 2010

ASCOLTIAMO CONCITA

Concita De Gregorio, grandissima giornalista de l’Unità dice una cosa molto vera e preoccupante e cioè che la legge bavaglio, voluta in tutti i modi da Berlusconi, è una legge per fermare le indagini molto più che la libertà di stampa. Nella nuova versione resta infatti immutata la limitazione ad intercettare per motivi di indagine per 75 e quindi è possibilità di rinnovo di 15 giorni in 15 giorni su decisone di un organo collegiale.
Il problema è che da questo tipo di procedura non usciranno più certezze giudiziarie, basti dire che la “cricca” non aveva fatto nessuna ammissione significativa la telefono nei primi 75 giorni. La forma attuale della legge accontenta, apparentemente, il mondo dei giornali e dei giornalisti. Nella sostanza, però, lascerà liberi di scrivere il nulla che le indagini troveranno.
Una legge, ancora una volta, per l’impunità degli amici di Cesare. Il fatto che Berlusconi si dimostri scontento non è solo fumo negli occhi, ma è una dimostrazione della insofferenza di ogni remora e contrasto al suo volere, Oltre tutt, mentre protesta la sua contrarietà, conferma che il suo nemico principale è la Costituzione della Repubblica. È evidente che fin quando un uomo simile sarà al potere le sorti della democrazia italiana saranno sempre in pericolo

lunedì 5 luglio 2010

Le notizie nel pozzo

C'è qualcosa di pavido e di ottuso, qualcosa che parla della paura di guardare nel pozzo da cui si levano grida, nel modo in cui chi fa informazione - cioè ha il dovere di raccontare quel che accade nel nostro paese e nel mondo - ignora in modo sistematico certe notizie. Proprio le notizie di chi fonda la sua speranza di salvezza nel fatto che qualcuno si occupi di lui.
Non parlo solo degli eritrei respinti in Libia. A proposito di questa tragedia che segnaliamo da giorni, posso solo registrare - con sorpresa, con amarezza - il silenzio pressoché totale del sistema dell'informazione. E qua la legge bavaglio non c'entra. C'entrano altre logiche, evidentemente. Ma avremo modo di tornarci.
Parlo delle donne. Della facilità con cui due, tre, a volte quattro omicidi quotidiani vengono incolonnati nella fila delle notizia in breve, magari con un po' più di spazio se la notizia è sufficientemente "gustosa" - oggi il carabiniere che uccide con l'arma di ordinanza la ragazza mentre a casa la convivente incinta lo aspetta, una specie di Match Point all'italiana, a canone inverso - e impagina le altre morti, percosse, minacce a far da cornice nella pagina "a tema".
Quale tema? La mano più grande che gira il polso a quella più piccola, le braccia più forti che soffocano con un cuscino chi non ha la forza fisica per reagire, la voce più grossa che spaventa, ricatta, perseguita e quasi sempre, alla fine, lascia dietro di sè il silenzio.
C'è qualcosa di colpevole, una colpa di tutti, nel modo in cui si volta la testa e non si vuol sentire, quando si parla di questo: eppure è sotto i nostri occhi, nelle nostre case. Manca lo sguardo degli altri: è questo che rende impuniti, che dà la sensazione di poterlo fare.
Non è mai un raptus. È sempre un crescendo di violenza nella tolleranza altrui, nell'altrui indifferenza. La donna che (leggete l'articolo di Maria Grazia Gerina) dice: «mio marito minaccia di uccidermi se vado dall'avvocato per la separazione», e che attiva una richiesta di protezione, è una donna privilegiata. Paradossalmente lo è perchè sa di poter andare da un avvocato, sa di poter attivare una richiesta.
Moltissime non sono a questa soglia di coscienza: ne sono molto al di sotto. E tuttavia neppure la consapevolezza dei propri diritti, la conoscenza delle leggi, è sufficiente. La richiesta avanzata nel mese di aprile non provoca l'attivazione di alcun controllo, di alcuna forma di protezione. Arriviamo a luglio. Ancora niente. Eppure i tempi, anche in un passato recente, erano molto più celeri. Il fatto è che nelle questure del governo della "tolleranza zero" ci sono i tagli. Il personale, e le risorse, scarseggiano.
Dunque immaginate: lui minaccia di ucciderla, lei chiede di essere protetta, lui lo sa, lei per mesi è costretta a vivere inerme con un uomo che in ogni momento potrebbe prendere la sua personale arma di ordinanza - un coltello, una corda, una bottiglia - ed ucciderla. Sarò la prossima, aveva scritto una donna sulla t-shirt qualche anno fa, dopo trenta aggressioni coniugali senza che nessuno fosse mai intervenuto. Siamo ancora a questo. È una mattanza silenziosa, tollerata.
D'altra parte, anche nei paesi dove la violenza contro le donne è punita con grandissima severità c'è qualcosa di omertoso, una specie di colpevole pudore: non si dice. Al Chelsea hotel di New York una decina di targhe celebra le vite geniali e maledette che si sono consumate qui. Dylan Thomas, Bob Dylan, Allen Ginsberg, Arthur C. Clarke che ci scrisse "Odissea nello spazio". Nessuna ricorda la ragazza uccisa da Sid Vicius nella stanza numero 100. Aveva vent'anni, era bionda, si chiamava Nancy Spungen.
E' un testo di Concita De Gregorio, che abbiamo copiato da "l'Unità"