martedì 26 ottobre 2010

Una conferma da fonte insospettata


La fazione marcobuselliana della Lista Civica conferma autorevolmente dando, tra l'altro un saggio di prosa politica quello che abbiamo sempre sotenuto. L'operaione Lista Civica è stata un cartello politico che si proponeva di cacciare chi ammministrava per paizzarsi sulla seggiola, come usa dire loro.

domenica 24 ottobre 2010

Il Sindaco Buselli Marco l’uomo dal dire al fare (dopo cinquecento giorni).



Il Sindaco Marco Buselli, da candidato alle elezioni comunali aveva garantito che nei cento giorni della sua amministrazione, come prima cosa, avrebbe tolto i semaforini con i pilastrini mobili che impedivano l’accesso a piazza dei Priori. Ora, dopo circa 17 mesi, dice il sindaco Marco Buselli “Grazie alla sensibilità della Soprintendenza ai beni Architettonici è stato possibile operare senza indugi”.
La nostra Piazza è un gioiello, commenta il Sindaco Marco Buselli e così in meno di cinquecento giorni, si toglie il semaforino. I pilastrini mobili restano intanto al loro posto, abbassati, poi vedremo. Non si capisce da quanto dice il Sindaca Marco Buselli quale sia stato il contributo della Soprintendenza. I semaforini e i pilastrini erano diventati monumenti protetti?
Comunque tutto è bene quel che finisce bene, diciamo noi e il Sindaco Marco Buselli sarà sicuramente d’accordo.
L’importante ora è che le auto non sostino in piazza, ma a questo, siamo sicuri, il Sindaco Marco Buselli ha già pensato. Forse non sarebbe male se oltre a proibire, come è giusto, ai cittadini di lasciare la loro auto in Piazza, il Sindaco Marco Buselli trovasse modo di impedire la stessa cosa a carabinieri, polizia, dipendenti delle poste, dipendenti della sanità, vigili ubani e autorizzati vari. Se quel gioiello di piazza che abbiamo era deturpata dai semaforini, si gode poco anche quando è occupata da mezzi di autorizzati o di abusivi che siano.
Che ne pensa il Sindaco Marco Buselli di questo?

sabato 31 luglio 2010

Un dubbio nell'estate


Renzi, sindaco di Firenze, incontra la ministra Gelmini e si fa tagliare solo una parte del tempo pieno. Furbo!

E chi non ce l'ha il sindaco furbo?
A pensarci, però, un sindaco, se è sindaco, anche se non è furbissimo, furbo è, o si sente. Guardate a Volterra! Allora quanto deve essere lunga la coda all'uscio della Gelmini per chiedere il taglio ridotto?
Mah.

lunedì 26 luglio 2010

Il parere dell'ingegnere


Uno dei primi, fra i più autorevoli, che ha reso noto il vespaio interno alla lista, ha scritto ancora. Ha ricordato di aver trovato coraggiosa la scelta fatta a suo tempo di non ragionare più di Museo Guarnacci, di chiudere la questione Cappuccini. Temi troppo difficili, coraggio! Non ci sono i soldi! Coraggio! Che mministratori abbiamo! Risuona il grido di Piero Fiumi "teniamoci quello che abbiamo!"! Coraggio!
E poi, dopo queste coraggiosissime scelte, passato un po' di tempo, lui non si è più trovato d'accordo. Si vede che erano finiti i progetti cui rinunaciare.
E conclude con un parere tecnico, che del resto richiamava nel titolo del suo intervento, e cioè -attenti che rischiamo di trovarci "con il culo per terra"-.
Prosit!

domenica 25 luglio 2010

Panorama e la legge bavaglio

Il vergnoso, cosiddetto scoop di Panorama con cui la rivista ha "smascherato" una vita notturna, con attività sessuali, di preti è stato realizzato con l'uso di un agente provocatore, l'ingredienta base delle polizie segrete dei regimi dittatoriali. Panorama, inoltre, ha dimostrato che con le registrazioni non autorizzate si possono realizzare, ammesso che si abbia il giusto padrone, azioni veramente vergognose.
Credo che si debba essere veramente indignati della maniera obliqua e indecente con cui si è voluto portare un sostegno indiretto alla legge bavaglio.

sabato 24 luglio 2010

La legge resta inaccettabile

Grazie alla nostra opposizione ci sono stati importanti passi in avanti sul piano della libertà di stampa, ma la tanto declamata tutela della legalità è ancora molto lontana: il depotenziamento degli strumenti di investigazione rende il nostro giudizio sul provvedimento ancora molto critico.
La battaglia del Partito Democratico continuerà in aula dove non si esclude il ricorso al voto segreto su quelle parti che compromettono la lotta alla criminalità, come l'immotivata abrogazione della legge Falcone.
Le legge rischia di essere uno strumento di protezione del crimine invece che della privacy dei cittadini.

Ma è un orso o un volpino ?

Esce la Spalletta e il pensiero di Orsi diventa chiaro. Sta tutto nel titolo che suona così: "CACCIATO DALLA FESTA, 6 puntini, virgolette DEMOCRATICA, chiuse virgolette. Un giudizio sulla festa, un giudizio sul Partito, un giudizio anche su Rosa Dello Sbarba, che avrebbe perso, dice lui, un'occasione.
Questo quanto alla sostanza del messaggio. Il testo prosegue sostenendo che un tale, F.M., militante di Rifodanzione Comunista, lo ha intimidito e che per questo egli, Orsi, non ha parlato. Un tale che, sembra palese perfino a lui, non ha niente a che fare con il Partito Democratico.
Noi obiettiamo che se avesse voluto veramente parlare poteva benissimo rivogersi agli organizzatori della festa invece di andarsene alla chetichella. Il suo diritto sarebbe stato garantito, sicuramente e senza tante scene e questo lui lo sa benissimo.
E allora?
Ottiene (o crede di ottenere) tre cose:
1 - classificare democratica, fra virgolette la festa, con il fine di sminuirne il successo indiscusso. Alla lista civica c'è chi si picca di essere maestro di comunicazione
2 - non parlare come aveva promesso, perchè il coraggio uno ce l'ha o non ce l'ha ma se non ce l'ha non se lo può dare, In quel momento forse gli è un po' mancato
3 - fare la vittima e il maltrattato. Si sa bene che quando la gente incontra un grizzly prende il fucile, ma se vede un orsetto di peluche è sempre pronta ad accarezzarlo.
Comunque la questione dell'Azienda di Santa Chiara mica dipende da queste zampatine. Il problema merita per altra attenzione e serietà, come si capiva benissimo anche da quanto è stato detto quella sera.

venerdì 23 luglio 2010

Una vittoria della ragione e della civiltà

La legge tioscana sull'immigrazione prevede cure e assitenza gratuita a tutti, compresi i cittadini stranieri, anche clandestini. Il governo non era d'accordo. L'idea di curare e soccorrere e aiutare tutti,stranieri compresi, sembra sovversiva e contro di essa è stato fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
Ieri la Corte si è pronunciata contro la posizione del governo, riconoscendo la piena legittimità della legge.
Da segnalare il fatto che la Lega Nord la definisce "razzista". E' una conferma che in quella norma c'è veramente del buono.

mercoledì 21 luglio 2010

UNA COSI' NON SI ERA ANCORA SENTITA


Dice Orsi, presidente dell'Azienda di Santa Chiara, che un militante di Rifondazione lo ha cacciato dalla fetsa di San Giusto e lui se la prende con il Patito Democratico.

Leggete il Tirreno
GIOVEDÌ, 22 LUGLIO 2010

Pagina 7 - Pontedera

Lettera del presidente del S. Chiara alla capogruppo di opposizione

Io invitato a lasciare il dibattito alla festa Pd Ecco la democrazia



EMANUELE ORSI PRESIDENTE DELL’AZIENDA SANTA CHIARA

Cara Rosa (Dello Sbarba) voglio esprimere il mio apprezzamento al tuo intervento di venerdì scorso, alla festa del PD, in particolare sulla digressione che riguardava la strategia di delegittimazione politica attraverso gli attacchi personali, di cui sei stata oggetto. Capisco i tuoi sentimenti. Anche io, nel mio piccolo, ho subito questo trattamento. Non avevo mai risposto sperando che questi attacchi si assopissero col tempo, e che, attraverso il dialogo si potesse arrivare a conoscermi meglio e a giudicare le mie scelte come amministratore pubblico in maniera un po’ più oggettiva e non mossa solo da sentimenti speculativi. L’altra sera volevo intervenire in qualità di presidente dell’Azienda Santa Chiara, per esporre il mio punto di vista e condividerlo con altre persone, dal momento che l’Azienda è un bene pubblico della città e di tutta la Val di Cecina., e, come tale, deve rappresentare un punto fermo per tutti, indipendentemente dalle maggioranze in consiglio comunale. Purtroppo però, mentre seguivo il tuo intervento, un militante di Rifondazione comunista mi ha invitato ad andarmene, in quanto la mia presenza gli faceva schifo e lo disturbava “a livello neuro- vegetativo”. A proposito di democrazia....
Sono stato educato nel profondo rispetto delle idee altrui, anche se diverse dalle mie; “battiti affinchè tu possa sempre esprimere le tue idee”, mi hanno ripetuto i miei sino alla noia. Nella situazione specifica ho ritenuto non fosse opportuno intervenire. Peccato! Era un’ ottima occasione per riflettere sui destini futuri del Santa Chiara con la popolazione. Nonostante l’episodio vorrei poter esprimere il mio pensiero e proporre un incontro tematico sul ruolo dell’Azienda Santa Chiara, invitando i miei predecessori. Penso che l’orizzonte temporale che bisogna guardare sia quello di medio-lungo periodo. Mi scuso se la mia presenza ha intaccato il fragile equilibrio di qualcuno.

martedì 20 luglio 2010

ASCOLTIAMO CONCITA

Concita De Gregorio, grandissima giornalista de l’Unità dice una cosa molto vera e preoccupante e cioè che la legge bavaglio, voluta in tutti i modi da Berlusconi, è una legge per fermare le indagini molto più che la libertà di stampa. Nella nuova versione resta infatti immutata la limitazione ad intercettare per motivi di indagine per 75 e quindi è possibilità di rinnovo di 15 giorni in 15 giorni su decisone di un organo collegiale.
Il problema è che da questo tipo di procedura non usciranno più certezze giudiziarie, basti dire che la “cricca” non aveva fatto nessuna ammissione significativa la telefono nei primi 75 giorni. La forma attuale della legge accontenta, apparentemente, il mondo dei giornali e dei giornalisti. Nella sostanza, però, lascerà liberi di scrivere il nulla che le indagini troveranno.
Una legge, ancora una volta, per l’impunità degli amici di Cesare. Il fatto che Berlusconi si dimostri scontento non è solo fumo negli occhi, ma è una dimostrazione della insofferenza di ogni remora e contrasto al suo volere, Oltre tutt, mentre protesta la sua contrarietà, conferma che il suo nemico principale è la Costituzione della Repubblica. È evidente che fin quando un uomo simile sarà al potere le sorti della democrazia italiana saranno sempre in pericolo

lunedì 5 luglio 2010

Le notizie nel pozzo

C'è qualcosa di pavido e di ottuso, qualcosa che parla della paura di guardare nel pozzo da cui si levano grida, nel modo in cui chi fa informazione - cioè ha il dovere di raccontare quel che accade nel nostro paese e nel mondo - ignora in modo sistematico certe notizie. Proprio le notizie di chi fonda la sua speranza di salvezza nel fatto che qualcuno si occupi di lui.
Non parlo solo degli eritrei respinti in Libia. A proposito di questa tragedia che segnaliamo da giorni, posso solo registrare - con sorpresa, con amarezza - il silenzio pressoché totale del sistema dell'informazione. E qua la legge bavaglio non c'entra. C'entrano altre logiche, evidentemente. Ma avremo modo di tornarci.
Parlo delle donne. Della facilità con cui due, tre, a volte quattro omicidi quotidiani vengono incolonnati nella fila delle notizia in breve, magari con un po' più di spazio se la notizia è sufficientemente "gustosa" - oggi il carabiniere che uccide con l'arma di ordinanza la ragazza mentre a casa la convivente incinta lo aspetta, una specie di Match Point all'italiana, a canone inverso - e impagina le altre morti, percosse, minacce a far da cornice nella pagina "a tema".
Quale tema? La mano più grande che gira il polso a quella più piccola, le braccia più forti che soffocano con un cuscino chi non ha la forza fisica per reagire, la voce più grossa che spaventa, ricatta, perseguita e quasi sempre, alla fine, lascia dietro di sè il silenzio.
C'è qualcosa di colpevole, una colpa di tutti, nel modo in cui si volta la testa e non si vuol sentire, quando si parla di questo: eppure è sotto i nostri occhi, nelle nostre case. Manca lo sguardo degli altri: è questo che rende impuniti, che dà la sensazione di poterlo fare.
Non è mai un raptus. È sempre un crescendo di violenza nella tolleranza altrui, nell'altrui indifferenza. La donna che (leggete l'articolo di Maria Grazia Gerina) dice: «mio marito minaccia di uccidermi se vado dall'avvocato per la separazione», e che attiva una richiesta di protezione, è una donna privilegiata. Paradossalmente lo è perchè sa di poter andare da un avvocato, sa di poter attivare una richiesta.
Moltissime non sono a questa soglia di coscienza: ne sono molto al di sotto. E tuttavia neppure la consapevolezza dei propri diritti, la conoscenza delle leggi, è sufficiente. La richiesta avanzata nel mese di aprile non provoca l'attivazione di alcun controllo, di alcuna forma di protezione. Arriviamo a luglio. Ancora niente. Eppure i tempi, anche in un passato recente, erano molto più celeri. Il fatto è che nelle questure del governo della "tolleranza zero" ci sono i tagli. Il personale, e le risorse, scarseggiano.
Dunque immaginate: lui minaccia di ucciderla, lei chiede di essere protetta, lui lo sa, lei per mesi è costretta a vivere inerme con un uomo che in ogni momento potrebbe prendere la sua personale arma di ordinanza - un coltello, una corda, una bottiglia - ed ucciderla. Sarò la prossima, aveva scritto una donna sulla t-shirt qualche anno fa, dopo trenta aggressioni coniugali senza che nessuno fosse mai intervenuto. Siamo ancora a questo. È una mattanza silenziosa, tollerata.
D'altra parte, anche nei paesi dove la violenza contro le donne è punita con grandissima severità c'è qualcosa di omertoso, una specie di colpevole pudore: non si dice. Al Chelsea hotel di New York una decina di targhe celebra le vite geniali e maledette che si sono consumate qui. Dylan Thomas, Bob Dylan, Allen Ginsberg, Arthur C. Clarke che ci scrisse "Odissea nello spazio". Nessuna ricorda la ragazza uccisa da Sid Vicius nella stanza numero 100. Aveva vent'anni, era bionda, si chiamava Nancy Spungen.
E' un testo di Concita De Gregorio, che abbiamo copiato da "l'Unità"

venerdì 30 aprile 2010

ecco il progetto

Perchè non si vuole rinnovare il Museo Guarnacci? Perchè non si vuole il Polo scolastico del Cappuccini? Perchè si vuole il passo corto?
Non è assenza di progetti come sostiene l'opposizione. Il progetto c'è e così lo riassume il Tirreno del 29 aprile.

Questo veoleva chi ha votato la lista civica?

lunedì 26 aprile 2010

Sciò sciò


Abbiamo letto che l'assessore Moschi caccerà via i piccioni spendendo 8.000 euro.
E' già un bell'impegno di spesa. Siamo abituati e leggere che faranno questo e quello "a costo zero". E' comunque meno di quanto sia stato speso in passato, quando si è ottenuto solo di spostare i simpatici volatili un poco più in là, salvo vederli poi ricomparire.
L'ass. non ha detto però quanto ci metterà,nè qual' è il modo che intende usare, neppure quando potremo cominciare a vedere qualche effetto.
Come al solito...santa trasparenza.

Altro che realismo, è fiato corto

Venerdì scorso in Consiglio Comunale si e’ discusso il primo bilancio della Giunta Buselli e dal modo di operare e soprattutto dalle scelte fatte si può dire che e’ poco trasparente, timoroso e totalmente privo di scelte strategiche e di sviluppo.

Dopo aver ascoltato per quasi un anno parole di disprezzo per la storia amministrativa di Volterra e parole demagogiche sulla partecipazione e sul palazzo di cristallo, l’Amministrazione ha presentato un bilancio che non prevede niente di nuovo rispetto al passato ma solo tagli alla gestione e agli investimenti. Il tutto pagato con gli oneri di urbanizzazione (che si era detto e si continua falsamente a dire di non voler usare) e soprattutto con la vendita di Palazzo Matteucci.

Nei dettagli non possiamo entrare non solo per esigenze di semplicità di esposizione ma perché nemmeno in Consiglio Comunale sono state chiarite le singole voci di spesa: non c’e’ una relazione esplicativa (come invece c’era tradizionalmente fino allo scorso anno) e non ci sono state le relazioni di tutti gli assessori ne’ dei tanti Consiglieri delegati che siedono nei banchi di maggioranza. Non si ha notizia nemmeno del programma del personale ne’ tantomeno dell’annunciata riorganizzazione del personale stesso, il che è indispensabili per capire se i servizi per i cittadini funzionano, se migliorano o se peggiorano.

Le scelte più significative secondo noi sono state:

in positivo l’aumento di assegnazione procapite della spesa sociale,

il piccolo aumento complessivo (circa 25.000 euro) della spesa nel settore dell’istruzione;

in negativo il taglio di 80.000 euro alle attività produttive (causate in parte dalla mancanza di risorse che erano state trovate con la Regione grazie al progetto filiera corta),

il taglio di oltre 120.000 euro sulla cultura (derivanti per macro voci in taglio al personale del museo, anche se con un'altra delibera nello stesso giorno si prevede l’aumento del biglietto, e nel taglio agli eventi e alle manifestazioni piccoli o grandi facendo venir meno le occasioni culturali significative e anche l’aiuto che veniva dato per realizzare delle attività alle associazioni locali attraverso la messa a disposizione di servizi come il palco o altro),

il taglio di oltre 400.000 del settore affari generali (nel cui settore però si trovano 70.000 in più per aumentare il capitolo della segreteria generale e dare lo stipendio che abbiamo visto sulla stampa al Segretario generale, secondo solo a quello di Cascina, e per pagare lo staff del Sindaco e l’avvocato per non fare i Cappuccini), l’aumento di spese per consulenze soprattutto nel settore tecnico e legale.

Riguardo al piano delle opere pubbliche per il prossimo triennio l’analisi e’ la stessa: nessuna idea e nessun investimento di medio o lungo periodo. Si spendono i soldi che dovrebbero arrivare con la vendita di Palazzo Matteucci in progetti di manutenzione straordinaria, rimane, e ci fa piacere, il cimitero di Saline ma spariscono il polo scolastico dei Cappuccini e il parcheggio di Docciola e si rinvia al lontano futuro ogni intervento sul museo confermando i soldi della Provincia per la progettazione solo nel 2011, nonostante siano nelle casse del Comune da anni e siano pronti ad essere spesi per la fattibilità strutturale e gestionale già lo scorso anno.

Questi numeri per non fare annunci generici ma parlare di cose concrete!
Si e’ perso un anno e si prospettano altri ritardi: l’Assessore all’urbanistica ci ha ridetto che partono le procedure per realizzare delle varianti al Regolamento Urbanistico, quindi si prospetta un altro anno di immobilismo che si aggiunge a quello appena trascorso, il primo che era utile per attuare il nuovo strumento urbanistico del Comune.

La cosa che ci e’ stata ripetuta e’ che loro fanno “il passo lungo come la gamba” e non il “libro dei sogni”. In realtà loro continuano con gli annunci e le recriminazioni, guardando al passato e non al futuro. Capisco che sia difficile per i cittadini avere piena consapevolezza di queste cose; anche per noi Consiglieri Comunali e’ difficile studiare gli atti (anche non siamo facilitati nel nostro impegno dall’Amministrazione) ma la vita degli Enti pubblici si sviluppa su queste scelte e non sui comunicati stampa.

Noi abbiamo fatto delle proposte:

studiare il controllo di gestione con strumenti moderni, sperimentati in altri enti per essere più efficienti e realizzare dei risparmi;

ragionare a livello di zona per sviluppare progetti condivisi di investimento a partire dalle risorse della geotermia.

Per farlo bisogna creare delle alleanze forti e non degli accordi che cambiano interlocutori di volta in volta come viene fatto con i vari protocolli annunciati dalla nostra Amministrazione.
Abbiamo anche detto che ci vuole coraggio per liberare le risorse che il nostro Comune ha e che non può spendere per colpa del patto di stabilità.

Con questi soldi e con la zona dovremmo portare avanti i progetti per l’abbattimento dei costi dell’energia con progetti produttivi per Saline; i progetti per il turismo (dai parcheggi al marketing), il progetto per il museo per creare lavoro diretto e indiretto, il progetto dei Cappuccini per investire sul sapere e quindi sul futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine, i progetti di recupero come Poggio alle croci e ancora i Cappuccini e San Pietro.

Noi proponiamo strategia di zona e non alleanze occasionali e politiche segrete!

Rosa Dello Sbarba
(Gruppo Consiliare Città aperta)

venerdì 9 aprile 2010

L'industria di Pinocchio


Nell’assemblea dedicata al racconto del bilancio del Comune di Volterra, il Sindaco ebbe a riferire che aveva incontrato i dipendenti della Comunità Montana (bella forza i dipendenti erano entrati nel locale dove si svolgeva la Giunta dell’Ente) ed aveva detto loro che lui, Sindaco, le funzioni associate le voleva fare, ma a Volterra, non a Pomarance, perché Volterra è il centro più grosso e importante da 3000 anni. Ben detto.
Aveva aggiunto, che questo non è campalinismo. “Noi i campanili li abbattiamo”, aveva precisato, tanto vero che il PIP di Saline sarà il solo centro di insediamenti industriali della Val di Cecina..
Perché noi commentiamo questo racconto con l’immagine di Pinocchio? Perché (Tirreno del 9 aprile) Pomarance potenzia la proria zona di insediamneti industriali e Montecatini pensa di realizzarne una, quindi qualcuno non la racconta tutta.

giovedì 8 aprile 2010

Lettera di Bersani


Il Partito democratico è in piedi. Sentiamo forte in queste ore la delusione per avere perso la guida di alcune regioni, e il Lazio e il Piemonte per una manciata di voti. La delusione è solo in parte attenuata dal fatto che abbiamo conquistato comunque la presidenza di sette tra le tredici regioni in palio: un risultato certamente non scontato alla luce dei rapporti di forza che si sono determinati nelle elezioni più recenti, tenendo conto che le elezioni regionali del 2005 si erano svolte dentro un altro universo politico. Va rimarcato che per la prima volta dopo molto tempo, nel voto di domenica e lunedì scorsi si è verificato un arretramento consistente dei consensi del Popolo delle libertà, solo in parte compensato dalla crescita della Lega; le distanze tra il campo del centrodestra e il campo del centrosinistra sono oggi sensibilmente inferiori rispetto a un anno fa, e quindi pur dentro a e lementi di delusione si apre uno spazio per il nostro impegno e per il nostro lavoro.

Tuttavia, dal voto emergono chiaramente alcuni problemi di fondo nel rapporto tra i cittadini italiani e la politica: c’è una disaffezione crescente, che si manifesta come distacco e radicalizzazione, verso una politica che gli elettori percepiscono come lontana dai loro problemi. Una crisi sociale ed economica pesante fa sentire ogni giorno le sue conseguenze sulla vita dei cittadini, senza che dal governo arrivino risposte adeguate alla gravità dei problemi.
Il principale responsabile di questa situazione è il presidente del consiglio; ma è una situazione che interroga anche noi.

La possibilità di cambiare il corso delle cose è legata alla nostra capacità di offrire un’alternativa positiva e credibile, di dare un’altra possibilità agli italiani. Adesso dobbiamo accelerare. Da qui dobbiamo ripartire mettendoci al lavoro per rafforzare il nostro progetto e per dare radicamento a un Partito democratico concepito come una grande forza popolare, presente con continuità ovunque la gente vive e lavora e capace di offrire proposte che abbiano un contenuto sempre più visibile e coerente.

Diversamente, i rischi non solo di disaffezione dell’elettorato ma anche di radicalizzazione e di frammentazione impotente, non potrebbero che diventare
più gravi.

Dobbiamo servire il Paese raffigurandoci come un partito fondato sul lavoro, il partito della Costituzione, il partito di una nuova unità della nazione.

Il Partito Democratico è il partito di una nuova centralità e dignità del lavoro dipendente, autonomo, imprenditoriale e della valorizzazione del suo ruolo nella costruzione del futuro del Paese.
È il partito che non accetta che il consenso venga prima delle regole e lavora per istituzioni più moderne rifiutando la chiave populista.
È il partito che dà una risposta innovativa al tema delle autonomie nel quadro di una rinnovata unità nazionale.

Avvieremo insieme un grande piano di lavoro incardinato su questi obiettivi.
È evidente in questo l’importanza del ruolo dei circoli come punto di presenza e di impegno visibile del partito sui territori e come luogo della selezione della nuova classe dirigente della quale abbiamo bisogno.

È pensando a tutto questo che voglio ripetere anche qui che nel Partito democratico c’è spazio, come è nostro costume, per una discussione larga e libera sul dopo elezioni e sulle prospettive del nostro partito, ma non per dibattiti autoreferenziali che potrebbero allontanarci dal senso comune dei nostri concittadini.

Buon lavoro. Approfitto per rivolgere a tutti voi e alle vostre famiglie i miei auguri di Buona Pasqua e vi saluto ringraziandovi per il vostro impegno.
Pier Luigi Bersani
Segretario Nazionale del Partito Democratico